16 Apr L’EPARINA È UTILE CONTRO IL CORONAVIRUS?
Intervista al Dr. Claudio Coarelli
Intervista al dr. Claudio Coarelli, Responsabile dell’Ambulatorio di Cardiologia di Nuova Villa Claudia.
Pubblicata sul sito INSIDEOVER de IL GIORNALE del 14 aprile 2020.
Abbiamo voluto intervistare il dr. Claudio Coarelli, Direttore dell’Ambulatorio di Cardiologia della Casa di Cura Nuova Villa Claudia di Roma, attualmente impegnato nella promozione di uno screening cardiologico per diagnosticare precocemente eventuali cardiopatie da correlare o meno al Covid-19.
Per il dr.Coarelli non ci sono troppi dubbi: l’eparina è un alleato nella guerra contro il Covid-19.
E i motivi sono presto detti: “Esistono delle ipotesi con le quali spiegare la notevole differenza di mortalità tra i contagiati in Germania rispetto ai contagiati in Italia – 0,3% in Germania contro 8.3% in Italia“. Non abbiamo certezze assolute. Si tratta appunto di formulare delle ipotesi.
Una di queste si basa sull’età media dei contagiati: “L’età media degli italiani contagiati sarebbe di 7-8 anni maggiore rispetto a quella dei contagiati tedeschi”. Poi c’è il discorso dei tamponi: “In Germania sono stati fatti molti più tamponi, dunque i contagiati tedeschi corrispondono a quelli veri. Non ci sono contagiati sommersi, come invece accade in Italia”. Da noi si presume che per ogni contagiato ufficiale con tampone positivo – spiega il dr.Coarelli – ce ne siano dieci che sono sfuggiti ai test. E la differenze è lapalissiana.
Poi c’è un’altra ipotesi: “Il sistema sanitario tedesco è un pochino più efficiente del nostro inassoluto. E i tedeschi hanno avuto 15 giorni di tempo in più per organizzarsi a livello sanitario, sfruttando anche le conoscenze terapeutiche adottate in Cina ed in Italia”. Un altro dei fattori che potrebbe aver influenzato le nostre sorti nazionali.
Ma c’è anche una terza ipotesi, che riguarda appunto l’eparina: “Da subito si è visto come l’eparina potesse essere un aiuto valido nel trattamento dei pazienti Covid. In Germania lo hanno adottato, avendo iniziato ad affrontare il problema 15-20 giorni dopo di noi”. Ci troviamo dinanzi ad un’ulteriore chiave di lettura, dunque, che può spiegare la “notevolissima differenza d’incidenza di mortalità tra i due Paesi”.
Gli esiti deducibili dai risultati dei centri Covid mondiali accreditati è chiaro. E un “computo” complessivo della ricerca per il dr. Claudio Coarelli può essere già descritto: “La mortalità dei pazienti trattati con eparina è di circa il 20-25% inferiore rispetto a coloro che non hanno ricevuto questo trattamento. Quindi l’efficacia terapeutica della eparina non è in discussione”. Ma non è sufficiente.
Perché per il dr.Coarelli bisogna che il trattamento sia predisposto nella maniera più precoce possibile. Così che i risultati possano essere migliori. Il Covid-19, come abbiamo visto, interessa anche il piano emo-coagulativo. L’eparina evita l’insorgenza delle trombosi. Sia come sia, la parola definitiva spetta all’Aifa, che ha dato l’ok alla sperimentazione della eparina poco fa, presso questi 14 centri di studio ed ospedalieri, così come reso noto sull’Agi. Trecento persone che hanno contratto il nuovo coronavirus saranno i soggetti coinvolti in questo test collettivo.