Il Centro per la Cura dell’Impotenza Maschile – specializzato nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie urologiche e andrologiche – vuole essere un punto di riferimento per i pazienti affetti da patologie riconducibili alla sfera sessuale e uro-genitale.
La stretta collaborazione tra gli specialisti della struttura, dall’andrologo all’urologo, dal cardiologo al nutrizionista, permette al paziente di intraprendere un percorso di cura personalizzato a 360°, integrato anche dalla figura dello psico-sessuologo.
La disfunzione erettile non è una patologia bensì un disturbo molto diffuso infatti ne soffre la metà degli uomini tra i 50 e 60 anni con ripercussioni psicologiche serie nella vita dell’uomo.
Quando è dovuta a disturbi che coinvolgono la circolazione, siamo nel caso di aterosclerosi delle arterie cavernose del pene, spesso causata dal fumo, disfunzione endoteliale e dal diabete.
L’aterosclerosi e l’invecchiamento riducono la capacità di dilatazione dei vasi arteriosi e di rilasciamento della muscolatura liscia, limitando la quantità di sangue che può affluire al pene. La disfunzione endoteliale, malattia del rivestimento endoteliale delle piccole arteriole che riduce la loro capacità di vasodilatazione quando necessario per aumentare il flusso sanguigno, può derivare dal fumo, dal diabete e da bassi livelli di testosterone.
Detta anche induratio penis plastica, è caratterizzata dall’ispessimento della membrana che riveste i corpi cavernosi del pene.
La malattia ha una massima incidenza tra i 50 e i 65 anni ma può comparire anche in età giovane, e di frequente è associata a diabete, gotta, ipertensione o aterosclerosi.
Sintomo fondamentale è la comparsa di placche, anche molto piccole, sulla membrana che riveste i corpi cavernosi del pene, con dolenzia locale che si accentua durante l’erezione.
Abbastanza rapidamente, si manifesta un incurvamento del pene con angolo di curvatura in corrispondenza della placca.
È l’incapacità a raggiungere o a mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente ed è provocata dall’alterazione di fattori neurologici, vascolari, ormonali e cavernosi.
Il problema della disfunzione erettile riguarda principalmente i pazienti che hanno subito un intervento di prostatectomia ma anche chi ha subito un intervento di tumore del colon retto e in pazienti affetti da diabete.
difetti congeniti degli organi genitali possono comportare alterazioni anatomiche del pene, dello scroto o dei testicoli. Talvolta i genitali sono ambigui, ossia non chiaramente identificabili come maschili o femminili.
I fattori che possono influire con il normale sviluppo dei genitali includono: malattie cromosomiche, l’esposizione del feto a sostanze come farmaci che possono interferire con lo sviluppo dei genitali.
Il primo passo da compiere quando si presentano i sintomi è rivolgersi ad un medico specialista in andrologia il quale svolgerà una visita specialistica completa e prescriverà alcuni esami di laboratorio e altri diagnostici.
Gli esami del sangue (prolattina, SHbg, DHL, glicemia, emoglobina Hbg, Testosterone libero e totale) permettono l’individuazione di condizioni quali il diabete, le malattie del cuore, la riduzione epatica dei livelli ematici di testosterone e tante altre condizioni associate alla disfunzione erettile.
L’ecocolordoppler penieno è un esame indolore che consiste in una ecografia del pene che consente di studiare il flusso del sangue all’interno dei vasi arteriosi dei corpi cavernosi.
Alle volte questo test diagnostico prevede l’iniezione di un farmaco vasoattivo che stimola l’erezione allo scopo di osservare l’andamento della circolazione arteriosa all’interno del pene (ecocolordoppler penieno dinamico).
Terapia medica: è la terapia orale con gli inibitori della fosfodisterasi 5 che fanno sì che il rilassamento delle cellule muscolari lisce del pene venga amplificato.
Terapia rigenerativa: è la terapia con il plasma arricchito PRP P-shot che utilizza cellule staminali prese dal midollo osseo, il trattamento si chiama Caver Stem
Terapia chirurgica: è quella con l’impianto della protesi peniena idraulica tricomponente con l’accesso infrapubico; siamo l’unico Centro Europeo ad effettuare questa tecnica, in un tempo di 15 minuti il paziente riprende la sua vita sessuale.
Psicoterapia sessuologica: lo psico-sessuologo è una figura importante che approccia i disagi della coppia allo scopo di favorire il ripristino dell’armonia relazionale, curando l’ansia da prestazione e la depressione per riportarla alla normale intimità sessuale.
Il consulente sessuale, attraverso un corretto approccio clinico, diagnostico e terapeutico si occupa delle disfunzioni sessuali, che, sia nell’uomo che nella donna, riguardano in primis il disagio del singolo ma hanno in seconda istanza un impatto negativo anche sul benessere della vita affettiva e sessuale della coppia.
Disturbi sessuali maschili:
1. Disturbo dell’eiaculazione precoce
2. Disturbo dell’erezione
3. Disturbo dell’eiaculazione ritardata
4. Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.
Disturbi sessuali femminili:
1. Disturbi del desiderio e dell’eccitazione
2. Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione (vaginismo e dispareunia)
3. Disturbo dell’orgasmo
La disfunzione erettile non è una patologia bensì un disturbo molto diffuso infatti ne soffre la metà degli uomini tra i 50 e 60 anni con ripercussioni psicologiche serie nella vita dell’uomo.
Quando è dovuta a disturbi che coinvolgono la circolazione, siamo nel caso di aterosclerosi delle arterie cavernose del pene, spesso causata dal fumo, disfunzione endoteliale e dal diabete.
L’aterosclerosi e l’invecchiamento riducono la capacità di dilatazione dei vasi arteriosi e di rilasciamento della muscolatura liscia, limitando la quantità di sangue che può affluire al pene. La disfunzione endoteliale, malattia del rivestimento endoteliale delle piccole arteriole che riduce la loro capacità di vasodilatazione quando necessario per aumentare il flusso sanguigno, può derivare dal fumo, dal diabete e da bassi livelli di testosterone.
L’infiammazione cronica della membrana dei corpi cavernosi del pene può causare dolore, deformità del pene, effetto a clessidra e anormale curvatura del pene in erezione.
Con il vacuum device, dispositivo meccanico che sfrutta il principio di vuoto creato da una pompa aspirante, è possibile esercitare un’azione di stretching delle strutture del pene oltre al richiamo di sangue all’interno dei corpi cavernosi al fine di indurre un’erezione.
Trattabili con il vacuum device sono anche la retrazione o l’accorciamento del pene in esito a un intervento di prostatectomia radicale.
Psicologo specialista in psicosessuologia del Gruppo Villa Claudia,
Argomento: Centro per la salute sessuale dell’uomo e dell’impotenza maschile.
Di cosa si occupa lo psicosessuologo?
Quali sono i disturbi della sessualità più frequenti nell’uomo e quali nella donna?
Prof. Gabriele Antonini
Chirurgia Mini Invasiva Uro-Andrologica
La procedura solitamente dura 15 minuti, se viene utilizzata la tecnica chirurgica mini-invasiva, con accesso sovrapubico.
La protesi normalmente dura 15 anni, in media, ma si registra una durata fino a 18-20 anni. La protesi include una garanzia a vita per sostituzione.
La sensibilità rimane invariata. Avrai le stesse sensazioni che avevi prima della procedura, il che significa che avrai anche un orgasmo normale.
Gli impianti rigidi hanno raggiunto la massima diffusione negli anni ’70 prima dell’introduzione di dispositivi gonfiabili. Rimangono l’impianto preferito presso urologi che eseguono un numero molto limitato di protesi all’anno. Le protesi semi-rigide presentano diversi inconvenienti che non riguardano invece le protesi gonfiabili. Gli impianti semi-rigidi possono dare luogo a erezioni meno che ottimali, e il pene tende a ruotare. Tali impianti inoltre comportano un pene difficilmente flaccido che può essere difficile da nascondere. Poiché il dispositivo non è flessibile come una pompa gonfiabile, è necessario un taglio più ampio sul pene per inserirlo, e con esso la possibilità di emorragie, ematomi, infezioni, e l’area di intorpidimento è maggiore. Il dolore e il disagio provocati dall’intervento sono molto più pronunciati con un dispositivo rigido che con uno gonfiabile. Il dolore dura molto più a lungo, da 4 a 6 settimane dopo la procedura. Infine, le protesi rigide hanno più probabilità di estrudere attraverso la pelle diversi anni più tardi, dal momento che sono sempre dure e pertanto esercitano una pressione costante sul glande. Col tempo, la carne del glande oltre la punta del dispositivo diventa più sottile e perde sensibilità. Si preferisce riservare l’utilizzo di questo dispositivo a pazienti che non sono in grado di azionare la pompa, sia per via di grave artrite o disturbi neurologici, o per chi si sottopone a revisione in caso di infezione, per fungere da stent temporaneo allo scopo di mantenere la lunghezza e circonferenza del pene. Un pene con un impianto gonfiabile ha un aspetto e una sensibilità normali, mentre un pene con una protesi peniena rigida ha un aspetto e una sensibilità anormali.
In generale sarai in grado di svolgere qualunque attività fisica senza alcuna limitazione di sorta. Ovviamente si consigliano alcune precauzioni come con qualsiasi altra procedura. Se si tratta di ciclismo dovrai sostituire il sedile della bicicletta con uno più ampio con un incavo nel mezzo. Il nuoto non costituisce alcun problema.
Molti dei nostri pazienti si sono sottoposti allo sfintere e alla protesi peniena allo stesso tempo, ma l’esperienza con queste procedure simultanee ci ha insegnato che è preferibile eseguire la protesi peniena per prima, seguita dallo sfintere.
Il morbo di Peyronie è un termine utilizzato per descrivere la presenza di tessuto di cicatriziale nel pene. Il tessuto cicatriziale si forma a seguito di danni al tessuto erettile. La mancanza di flusso sanguigno, lesioni ai nervi erettili e traumi diretti al pene sono le più comuni cause di danneggiamento dei tessuti del pene. Questo disturbo è piuttosto comune come conseguenza del diabete. La cicatrizzazione in questa situazione è sempre permanente e irreversibile a differenza della cicatrizzazione che segue a una frattura o trauma del pene (in pazienti con normale flusso sanguigno al pene). Quindi nessun trattamento medico si è dimostrato efficace nella rimozione di tessuto cicatriziale dal pene in uomini affetti da diabete.
La cicatrizzazione del pene altera la funzionalità (elasticità) e l’anatomia del pene. La raccolta di sangue durante l’erezione dipende dalla funzionalità dei tessuti e da un’anatomia intatta del pene. Qualsiasi alterazione del tessuto del pene si tradurrà in perdite venose durante l’erezione.