Visita urologica roma
 

CHIRURGIA UROLOGICA ONCOLOGICA ROBOTICA

Chirurgia Robotica Mininvasiva

Trattamento chirurgico delle patologie oncologiche e malformative urologiche mediante l’utilizzo del Robot Da Vinci Xi

 

Tra patologie oncologiche e malformative urologiche, la patologia più frequentemente trattata è il tumore maligno (adenocarcinoma) della prostata.

La prostata è una ghiandola genitale di piccole dimensioni che si trova al di sotto della vescica al cui interno c’è l’uretra, il canale attraverso il quale l’urina esce all’esterno.

La ghiandola è divisa in due zone, una centrale ed una periferica: la prima intorno all’uretra e la seconda più esterna che ricopre la prima.

Dalla zona più interna origina l’adenoma, cioè la ghiandola che si può ingrossare e con il tempo e produrre sintomi tali da portare il paziente dal medico, e la zona esterna o capsula che il cui tessuto è identico a quello della zona più interna ma più compresso e agli esami radiologici risulta differenziabile dal precedente; è più facile che le malattie tumorali originino dalla zona esterna.

La ghiandola svolge un importante ruolo nella fertilità e nel meccanismo dell’eiaculazione. La prostata produce il 80% di tutto l’eiaculato, una sua compromissione chiaramente pregiudica l’attività sessuale.

In Italia, il tumore della prostata è il primo tumore che colpisce l’uomo, con un incidenza del 12% e supera il tumore del polmone che arriva circa al 10%.

Ogni anno vengono scoperti circa 17.000 nuovi casi, di questi il 20% è già allo stadio metastatico. Poiché l’età media della popolazione maschile italiana è sempre più elevata, non può che peggiorare l’incidenza di questo tumore, rispetto al quale l’età è uno dei principali fattori di rischio conosciuti: oggi in Italia ci sono oltre 9.300.000 uomini al di sopra dei 50 anni, potenzialmente a rischio.

Il principio fondamentale per ridurre il pericolo è l’attenzione e la sensibilità alla prevenzione.

Il test del PSA, conosciuto solo dal 32% degli uomini italiani tra i 50 e i 70 anni, è il principale strumento diagnostico nella lotta al tumore della prostata oltre ovviamente all’esame clinico mediante esplorazione rettale.

L’Ecografia Trans Rettale, utilizzata principalmente per valutare i diametri prostatici, non è sufficiente da sola a porre diagnosi. Permette di valutare ottimamente le dimensioni della prostata e l’ecostruttura interna della ghiandola valutando la presenza di calcificazioni che potrebbero trarre in inganno con il solo esame clinico obiettivo.

L’esame attualmente cardine nella diagnosi della neoplasia maligna della prostata è la Risonanza Magnetica Multiparametrica che permette di individuare aree sospette per neoplasia e inoltre, una volta evidenziate, consente di effettuare una biopsia della ghiandola molto accurata e precisa: la biopsia Prostatica Transperineale con tecnica “Fusion”. Il termine “Fusion” deriva dal fatto che la biopsia viene guidata dalla risonanza magnetica appena effettuata e da una ecografia prostatica trans rettale effettuata in “real time” cioè durante la biopsia le cui immagini si vanno appunto a “fondere” con quelle del primo esame determinando la zona target da bioptizzare.

Il trattamento del tumore maligno della prostata dipende da numerosi fattori come l’età del paziente, lo stadio della malattia e le eventuali patologie concomitanti; tra questi spicca il trattamento chirurgico mediante la tecnica laparoscopica assistita dall’utilizzo del Robot Da Vinci.

Il Robot Da Vinci è un dispositivo che permette, mediante l’ausilio di bracci robotici, di simulare perfettamente le mani del chirurgo ampliandone addirittura la libertà di movimento naturale.

L’accesso alla cavità addominale è permesso attraverso sei forellini di 8 mm di diametro dove vengono posizionati dei supporti (trocars) del tutto simili a quelli utilizzati in laparoscopia.

Per mezzo di questi trocars si posizionano gli strumenti robotici all’interno della cavità addominale.

Gli strumenti, simili a quelli che si usano in laparoscopia, hanno, a differenza di questi ultimi, delle estremità articolabili che permettono movimenti paragonabili a quelli delle mani umane risultando quindi estremamente precisi e affidabili.

Il chirurgo siede dietro una consolle da dove manovra gli strumenti operativi in modalità remota.

La consolle comunica con l’unità centrale del robot in modalità remota e cioè a distanza dal tavolo operatorio ma comunque in sala operatoria.

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VIDEO APPROFONDIMENTO

L’utilizzo del Robot Da Vinci Xi nelle patologie urologiche