La proctologia studia la fisiologia, le funzioni del colon retto e dell’ano e quindi si occupa delle patologie a carico di questi organi ed inevitabilmente incontra altre branche mediche come la gastroenterologia, la ginecologia, la dermatologia, l’oncologia e così via.
Sono delle piccole escrescenze situate (prevalentemente) o a livello degli organi genitali esterni, o intorno all’ano, o nella bocca e nella gola (condilomi oro-faringei). Sono la malattia a trasmissione sessuale maggiormente riscontrata sul territorio italiano, soprattutto nell’età compresa tra i 15 e i 40 anni.
Sono causati da alcuni tipi di papilloma virus (HPV di tipo 6, 11 e altri) e generalmente non provocano disturbi ma tendono ad aumentare di numero e ad estendersi nelle aree circostanti e possono portare, in alcuni casi, anche a serie conseguenze per la salute.
Per tale motivo è sempre importante che vengano eliminati rapidamente, anzi se possibile prevenuti sia tramite la vaccinazione anti-HPV sia la protezione dei rapporti sessuali.
In base alla tipologia e al grado di avanzamento possono essere curati in diversi modi:
Sono delle vene situate in corrispondenza dei tessuti dell’ultimo tratto del retto e dell’ano e rivestono un ruolo importante nel ricambio di sangue a livello dell’ano e contribuiscono al mantenimento della continenza fecale. In determinate situazioni, possono ingrossarsi causando dolore.
In base allo stadio in cui si trovano possono essere interne o esterne:
In base al grado di gravità delle emorroidi, si decidono i trattamenti da prendere in considerazione.
In caso di fase iniziale si possono raggiungere buoni risultati tramite un semplice cambio di abitudini alimentari, igieniche e dello stile di vita.
In caso di fase più avanzata, con emorroidi esterne che non si lasciano reintrodurre nel canale anale e terapia medica senza effetti benefici, potrebbe rivelarsi necessario ricorrere a trattamenti più mirati.
Ad esempio si potrà decidere tra:
E’ un piccolo condotto che mette in comunicazione la porzione interna del retto ano e la cute circostante l’ano. Il rischio di cronicizzarsi, nel caso in cui non venga trattata correttamente, può portare il paziente ad alcune complicazioni, anche serie, a danno dell’attività sfinteriale.
La terapia delle fistole anali è chirurgica: innovative metodiche abbattono il rischio di recidiva e rispettano l’integrità e la funzione degli sfinteri. Tali interventi avvengono generalmente in day hospital e prevedono una brevissima degenza. Grazie all’utilizzo del laser e delle cellule staminali la cura delle fistole anali è diventata estremamente efficace e la ripresa delle attività sociali è quasi immediata.
E’ una sacca anomala che si forma nella pelle a ridosso delle natiche, nella parte immediatamente prossima al coccige. Se ne possono formare anche più di una, collegate tra loro da dotti sottocutanei. Quando si infettano possono provocare un ascesso, riempiendosi di pus e risultando particolarmente fastidiose.
Il trattamento più comune è il drenaggio della cisti. Alternativamente, nei casi più estesi, si può optare per l’escissione ampia, che consiste nella rimozione della porzione di pelle contenente la cisti e la seguente sutura della ferita. Alcune cisti pilonidali possono essere trattate meno invasivamente con la colla di fibrina.
E’ una delle cosiddette malattie infiammatorie croniche intestinali.
Dato che interessa la parte terminale dell’intestino tenue, è definita anche ileite. La particolarità di questa patologia è che, al di fuori delle zone direttamente interessate dalla malattia, il resto dell’intestino è sano.
Avendo un andamento cronico, i pazienti vanno incontro a un ispessimento della porzione interessata di intestino che può dar luogo a sintomi molto fastidiosi come dolore, diarrea, sanguinamento, dimagrimento importante. Quando la fase acuta si aggrava si può giungere a un blocco intestinale. In tal caso si interviene chirurgicamente e a volte si procede con la resezione dell’ansa intestinale interessata.
E’ una delle cosiddette malattie infiammatorie croniche intestinali. Spesso può essere confusa con la malattia di Crohn per la comunanza di parte della sintomatologia e per il fatto che colpisca prevalentemente la parte finale dell’intestino.
Ha un andamento cronico e deve essere seguita da uno specialista di proctologia per poter individuare la migliore strategia di cura farmacologica. Sintomi più comuni sono: febbricola, sangue nelle feci, dolori addominali, diarrea, anemia.
Individuando la terapia adeguata si possono avere fasi di remissione anche molto lunghe, al contrario se non controllata può portare a diverse complicazioni dal semplice sanguinamento, all’occlusione intestinale (megacolon tossico o perforazione intestinale), fino alla comparsa di lesioni neoplastiche.
E’ il terzo tumore maligno per incidenza. La maggior parte di questi tumori deriva dalla trasformazione di polipi (piccole escrescenze causate dal proliferare delle cellule della mucosa intestinale), considerabili come forme precancerose, in maligni. Nelle primissime fasi non manifesta dei sintomi chiari ed è per questo che molto spesso non è semplice individuarlo in fasi precoci.
Importantissimo è l’intervento dello specialista. La terapia prediletta, soprattutto negli stadi iniziali, è quella chirurgica, associata (in base a stadio e localizzazione) a radioterapia e/o chemioterapia prima e/o dopo l’intervento. La chirurgia laparoscopica ha, comunque, nettamente migliorato il post operatorio per i pazienti che vi si sottopongono, mantenendo, anzi migliorando, la curabilità oncologica della tecnica open
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