Cos’è la Risonanza Magnetica Fetale?
La risonanza magnetica fetale si pone come metodica di terzo livello nell’identificazione e caratterizzazione delle patologie fetali complesse e si effettua per la valutazione di anomalie selezionate durante un’ ecografia ostetrica specialistica. Non è una tecnica invasiva e consente di ottenere le immagini in assenza di radiazioni ionizzanti.
Quando viene effettuato l’esame?
L’esame viene effettuato a partire dalla 19a settimana di gestazione al fine di migliorare l’accuratezza diagnostica, o in caso di limitazioni di origine materna e fetale, quali l’habitus materno o l’oligo-anidramnios, che riducono la sensibilità diagnostica dell’esame ecografico.
Indicata per
- studio delle malformazioni del sistema nervoso centrale
- valutazione delle patologie del collo, del torace, del tratto gastroenterico e dell’apparato uro-genitale
- studio della placenta e delle relative anomalie
Le implicazioni pratiche che derivano dall’esame di risonanza magnetica fetale possono essere decisive nel corretto inquadramento della patologia ai fini della gestione della gravidanza e del counseling sia per il successivo planning di eventuali procedure interventistiche fetali, di aborto terapeutico, del timing del parto e di interventi chirurgici intrapartum o postnatali.
Non necessita di sedazione materna o fetale.
Quanto dura l’esame?
L’esame viene eseguito generalmente con magnete da 1,5 Tesla e ha una durata di circa 20-30 minuti.
Ci sono controindicazioni?
La risonanza magnetica fetale viene effettuata da quasi 15 anni e, allo stato attuale, non sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, campo magnetico e onde radio sono da ritenersi sicuri e senza effetti negativi sul feto. Si ribadisce che non vi è uso di radiazioni ionizzanti.