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CHIRURGIA ORTOPEDICA e TRAUMATOLOGICA

Chirurgia Generale e Specialistica

INTERVENTI INNOVATIVI, MINI-INVASIVI ED EFFICACI

La nostra unità di chirurgia ortopedica e traumatologica effettua trattamenti chirurgici innovativi, efficaci e mini-invasivi per la cura di tutte le patologie ortopediche, delle cartilagini e delle lesioni traumatiche.

LE PATOLOGIE

Artrosi della mano

È la più frequente tra le malattie delle articolazioni; è caratterizzata dalla lenta e progressiva degenerazione della cartilagine articolare.
La mano viene colpita dall’artrosi in alcune sedi caratteristiche che sono, in ordine di frequenza, le articolazioni interfalangee distali, le articolazioni interfalangee prossimali e l’articolazione trapezio-metacarpale, alla base del pollice.
Raramente vengono colpite le articolazioni metacarpofalangee o i polsi.
Viene definita comunemente osteoartrosi primaria perché di solito non se ne individua la causa.

CAUSA

A volte viene definita secondaria perché risulta conseguente a traumi o ad attività lavorative caratterizzate da gesti ripetuti oppure a infezioni articolari. L’artrosi può manifestarsi inoltre associata ad altre malattie reumatiche, spesso confuse con l’osteoartrosi primaria, come ad esempio l’artropatia psoriasica o l’artrite reumatoide. L’artrosi della mano progredisce con l’età del paziente.
Segni radiografici tipici dell’artrosi delle mani possono riscontrarsi nell’8O% della popolazione oltre i 65 anni di età; al di sotto dei 45 anni compare con eguale frequenza nel sesso maschile e femminile mentre oltre i 5O anni risultano maggiormente colpite le donne.

SINTOMI

I sintomi compaiono gradualmente e sono di solito lievi e non correlabili ai segni radiografici caratterizzati dal restringimento dello spazio articolare e dalla formazione di osteofiti.
Solo il 1O% della popolazione presenta sintomi come dolore, rigidità articolare e perdita di funzione di intensità tale da richiedere l’intervento del medico.

TRATTAMENTO

Il trattamento conservativo, oltre alla somministrazione occasionale di antinfiammatori (FANS o Cox-2), può comprendere infiltrazioni di cortico steroidi, cicli di fisioterapia come bagni di paraffina, ultrasuoni o ionoforesi e l’utilizzo di tutori di posizione da portare soprattutto durante le fasi acute dell’infiammazione.
Solo in rari casi e per manifestazioni cliniche particolari si rende necessario l’intervento chirurgico.

La vertebroplastica percutanea

È una procedura terapeutica mini-invasiva di radiologia interventistica per il trattamento delle fratture vertebrali dolorose.
Si tratta di una procedura mini invasiva, che non richiede l’utilizzo del classico bisturi, né tagli, né punti di sutura e che consente un immediato recupero funzionale del paziente.

Indicazioni:

  • frattura vertebrale dolorosa da osteoporosi refrattaria alla terapia medica
  • frattura vertebrale dolorosa o osteolisi a rischio di frattura dovuta a tumori benigni o maligni (angioma, metastasi, mieloma, linfoma)
  • frattura vertebrale dolorosa con osteonecrosi associata (Kummell’s disease)
  • pazienti con cedimenti multipli per i quali ulteriori cedimenti rappresenterebbero una compromissione respiratoria
  • frattura traumatica cronica in osso sano con mancato consolidamento dei frammenti o degenerazione cistica.
Patologie delle cartilagini

La cartilagine è un tessuto molto resistente che riveste le superfici articolari rendendole lisce e favorendo lo scorrimento dei capi ossei. La cartilagine articolare è un tessuto connettivo altamente differenziato in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche assorbendo i traumi ed offrendo, nel contempo, una bassissima resistenza alle forze tangenziali, permettendo lo scorrimento dei capi articolari.

La cartilagine svolge funzioni importanti all’interno della complessa struttura delle nostre articolazioni. Innanzitutto elimina l’attrito tra le ossa dell’articolazione, e inoltre è in grado di assorbire e ammortizzare sollecitazioni e urti anche fino a sette volte il peso del corpo. Grazie a queste caratteristiche evita quindi il danneggiamento dell’osso.

Per svolgere in maniera ottimale le sue funzioni, la cartilagine articolare (cartilagine ialina) è in grado di assorbire acqua dall’ambiente circostante, rilasciandola nuovamente sotto sforzo.
Questo ciclo di assorbimento e rilascio di liquidi serve anche a nutrire il tessuto cartilagineo, che non contiene i vasi sanguinei che sono necessari di norma per assicurare l’apporto delle sostanze nutrienti.
La mancanza di vasi sanguigni nella cartilagine comporta però lo svantaggio che questa riesce solo parzialmente a rigenerarsi se subisce dei danni.
La diagnosi viene confermata da un artroscopia (endoscopia del ginocchio).

Patologie della rotula

La rotula è un osso del ginocchio che facilita l’azione di leva dei muscoli che muovono l’articolazione.

Trattamenti più comuni:

  • lesioni meniscali: in funzione del tipo e della estensione del danno meniscale è possibile asportare la parte lesa del menisco o, più raramente, ripararla con sutura
  • lesioni legamentose: è possibile ricostruire un legamento crociato rotto, al fine di ripristinare una stabilità articolare, mediante la sostituzione del legamento stesso con tessuto tendineo sano e robusto (innesto) prelevato in prossimità del ginocchio
  • patologie delle cartilagini: con opportuni strumenti è possibile regolarizzare una superficie cartilaginea ruvida
  • patologie della rotula: per rendere liscia e levigata la superficie articolare
    Se esistono problemi di malallineamento della rotula, per via artroscopica si può tagliare il tessuto che la mantiene fuori sede.

L’intervento di artroscopia può essere eseguito in anestesia loco-regionale (blocco dei nervi sciatico e femorale) spinale e generale.

Patologie articolari e chirurgia della mano

Sintomatologia

  • dolore localizzato sul versante laterale del gomito, talora irradiato distalmente lungo l’avambraccio;
  • dolore esacerbato dalle attività lavorative che comportano sforzi eccessivi e reiterati con l’arto superiore.

Nei casi più gravi anche la semplice presa o il sollevamento di oggetti leggeri, come ad esempio un piatto può risultare estremamente doloroso. La zona colpita corrisponde al versante laterale del gomito e che viene denominato epicondilo laterale che risulta dolente alla semplice palpazione.

Diagnosi

Non sempre facile, specialmente nelle forme cronicizzate, oltre agli esami tradizionali (Rx, Eco, EMG) può risultare utile la RMN, o meglio ancora una ARTRO-RMN SCAN per evidenziare sia le strutture periarticolari che endoarticolari, mettendo in particolare evidenza l’ispessimento dei tessuti del menisco omero-radiale talora compresso dalle strutture articolari adiacenti.

Terapia

  • Riposo articolare ed astensione completa e/o drastica riduzione delle attività che provocano il dolore
  • Terapia medica antinfiammatoria (FANS o Cox-2) oppure ciclo di fisioterapia
  • Fascia antibrachiale di cuoio elasticizzato da applicare, durante l’attività lavorativa o sportiva, distalmente all’area dolorosa
  • Tutore notturno di posizione che inglobi gomito e polso per ridurre la tensione dei muscoli epicondiloidei
  • Infiltrazione con mucopolisaccaridi a basso peso molecolare per migliorare la lubrificazione e diminuire l’infiammazione
  • Esercizi di allungamento o stretching muscolare ed esercizi di potenziamento dei muscoli estensori risultano importanti per prevenire la recidiva della malattia.

Il paziente deve però essere avvertito della possibilità, piuttosto comune, di una recidiva della malattia nell’arco di alcune settimane o mesi.
Nei casi gravi, quando il dolore limita l’attività lavorativa, un’infiltrazione locale di cortisone può risolvere completamente il dolore.
Il trattamento chirurgico risulta necessario solo nel caso il dolore persista per lungo tempo (6-12 mesi) nonostante la terapia medica e fisica.
Il trattamento riabilitativo postoperatorio consiste in un breve periodo di riposo seguito da esercizi di potenziamento muscolare. Il recupero completo di solito richiede 2-3 mesi.

Sindrome del tunnel carpale

La Sindrome del Tunnel Carpale è una malattia molto frequente causata dalla compressione del nervo mediano, che attraversa il polso all’interno di un canale denominato Tunnel Carpale.
Questo nervo controlla la sensibilità del pollice, dell’indice, del medio e di una parte del dito anulare ed i movimenti correlati all’attività sinergica dei piccoli muscoli, chiamati muscoli tenari, situati alla base del pollice.
Attività lavorative che comportano movimenti ripetitivi delle dita e del polso possono essere la causa della infiammazione dei tendini flessori all’interno del canale e quindi della sofferenza del nervo mediano.

SINTOMI

  • formicolio di solito più accentuato di notte
  • sensazione di bruciore (o dolore) alle prime 3-4 dita della mano, spesso solo al 3° e 4° dito
  • dolore spesso esteso all’avambraccio
  • riduzione della forza prensile
  • perdita del tono e volume muscolare

DIAGNOSI

Oltre che sulla base della storia clinica la diagnosi viene posta con l’ausilio di un esame denominato Elettromiografia (EMG) che consente la registrazione dell’attività dei muscoli e dei nervi.

GLI INTERVENTI

INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA CON ACCESSO ANTERIORE TECNICA BIKINI

L’intervento di protesi d’anca con la tecnica bikini è l’intervento mininvasivo per eccellenza, perché oltre ad una incisione di piccole dimensioni, non si tagliano né tendini né muscoli ma si spostano solamente.

Si dice “tecnica bikini” perché il piccolo taglio viene fatto anteriormente, sarà un’incisione estetica, coperta dall’indumento intimo ed in estate dal costume!

I VANTAGGI

Rispetto alla chirurgia tradizionale, quella mininvasiva presenta numerosi vantaggi:

  • Tempi di intervento, degenza, riabilitazione e recupero minori rispetto alle altre tecniche,
  • Incisione di piccole dimensioni, come abbiamo già detto, dunque cicatrice meno evidente,
  • Minor sanguinamento durante l’intervento e nessun bisogno di trasfusioni di sangue,
  • Assenza di dolore e minor gonfiore,
  • Diminuzione delle complicanze post-operatorie come infezioni o lussazioni,
  • No punti, no catetere

Tutto ciò velocizza al massimo la guarigione del paziente che:

  • dopo 6 ore dall’intervento si mette in piedi e cammina autonomamente;
  • può accavallare le gambe il giorno stesso dell’intervento e non ha bisogno del rialzo sul water, può indossare pantaloni e scarpe fin da subito;
  • il giorno dopo l’intervento può fare le scale;
  • 2 giorni dopo l’intervento esce dalla clinica;
  • in 15 giorni può guidare;
  • 1 mese dopo può tornare alla vita normale e se è un atleta dopo circa 3 mesi può tornare alla sua attività sportiva agonistica.

Tutti i pazienti possono sottoporsi all’intervento di protesi d’anca con tecnica bikini, non ci sono limitazioni né di età né di genere.

Questa tecnica può essere applicata a TUTTE le persone, anche chi è in sovrappeso, e non è necessario essere in forma o essere uno sportivo per rimettersi in piedi dopo poche ore.

Grazie ad un lavoro di staff medico e fisioterapico, che monitora costantemente il decorso operativo, il paziente viene accompagnato a riprendere la sua normale quotidianità provando l’ebbrezza di sentirsi da subito autosufficiente!

Artroscopia del ginocchio

All’interno del ginocchio due menischi, uno mediale ed uno laterale, funzionano come cuscinetti ammortizzatori facilitando i movimenti e proteggendo l’intera articolazione. Le più comuni lesioni del ginocchio sono proprio quelle a carico dei menischi, due piccole strutture fibrocartilaginee a forma di “C” poste tra i condili femorali e la tibia. Durante i movimenti i menischi consentono di scaricare il 30-70% del peso gravante sulla cartilagine articolare stabilizzando il ginocchio.
I menischi sono formati da cartilagine fibrosa di colore biancastro e particolarmente resistente alle sollecitazioni meccaniche

Le funzioni dei menischi:

  • ammortizzano e ripartiscono uniformemente i carichi ad essi applicati
  • aiutano la cartilagine ad assorbire gli urti
  • collaborano con i tendini proteggendo l’articolazione dai danni da iperestensione e iperflessione
  • aumentano la congruenza dell’articolazione
  • se sottoposti a carico spingono il liquido sinoviale ricco di nutrienti all’interno della cartilagine articolare
  • stabilizzano l’intera articolazione.
Artroscopia della spalla

È stata riconosciuta ed accettata come tecnica sicura ed efficace nella diagnosi e nella cura di patologie della spalla solo negli ultimi 10-15 anni.
I progressi tecnologici nella qualità delle fibre ottiche, nella risoluzione del video e nello strumentario artroscopico, insieme al più approfondito studio degli accessi anatomici, hanno comportato un’evoluzione nell’artroscopia di spalla a partire dalle tecniche diagnostiche fino alle più sofisticate tecniche di trattamento.

Artroscopia del polso

L’articolazione del polso consiste nell’articolazione radio-ulnare distale che permette movimenti di rotazione del polso, dell’articolazione radio-carpica che fa articolare carpo e radio e dell’articolazione medio-carpica che fa articolare le due filiere del carpo.
Il polso è un sistema complesso di più di 10 articolazioni che implica che le singole ossa carpali siano ben articolate tra di loro.
Queste articolazioni vengono stabilizzate da un complesso sistema di legamenti. Un disco triangolare stabilizza radio ed ulna e fa parte dell’articolazione radio-carpica.

Chirurgia del piede

L’alluce valgo è una deformità del 1° dito del piede e in particolare del metatarso, l’osso lungo che precede le falangi, cioè le ossa che formano lo scheletro delle dita dei piedi. La comparsa del disturbo è subdola, perché è caratterizzata da un dolore intenso, che può attenuarsi per poi ripresentarsi in seguito, mentre la deformità del dito si manifesta soltanto in una fase avanzata della malattia.

L’alluce valgo si annuncia inizialmente sotto forma di una piccola sporgenza infiammata circostante l’epifisi (testa)del 1° metatarso, soprattutto dopo un prolungato attrito contro la tomaia della scarpa scatenando la nota borsite.

Alluce valgo congenito
Quando la testa metatarsale (l’ultima parte del metatarso che si articola con la base della falange) è tonda oppure possono incidere ben altri fattori:
familiari, per esempio il cosiddetto piede egizio (l’alluce è più lungo delle altre dita); anatomici (legati all’anatomia del piede).

Alluce valgo acquisito
La causa principale è legata all’uso di calzature scomode, come scarpe a punta stretta con tacchi alti, perché provocano una pressione eccessiva sulle dita, che fa spostare sia l’alluce sia il mignolo verso la parte interna del piede, in questo modo, le altre dita risultano schiacciate.
Queste pressioni aumentano ancora di più quando le scarpe hanno il tacco alto, perché tutto il peso del corpo si sposta automaticamente verso la parte anteriore del piede.
Anche l’uso di scarpe molto rigide può impedire la naturale flessione delle dita quando si cammina perché la muscolatura del piede si indebolisce, facilitando la comparsa di alterazioni.

Jointrep

È un biopolimero termo-gelificante liquido a temperatura ambiente che iniettato in qualsiasi difetto cartilagineo, aderisce ad esso e solidifica in pochi minuti, proteggendo il difetto stesso ma soprattutto togliendo dolore, migliorando la mobilità del paziente, rinviando un eventuale intervento protesico.
L’usura della cartilagine è molto comune e può interessare soggetti di entrambi i sessi e di ogni età, la cartilagine non ha capacità autoriparative.
Diverse tecniche di chirurgia rigenerativa e sostitutiva si sono evolute negli anni: perforazioni, culture cellulari, scaffolds e protesi ma è l’ingegneria tissutale ad avere avuto il maggiore progresso.
Si tratta di una valida alternativa alla sostituzione articolare dell’anca.
La sostanza viene iniettata per via artroscopica e depositata sul difetto cartilagineo senza alcuna preparazione del difetto stesso, salvo nei casi di mancanza completa di cartilagine, in cui si praticano piccole microfratture aventi lo scopo di stimolare la risposta cellulare biologica.

La vertebroplastica percutanea

È una procedura terapeutica mini-invasiva di radiologia interventistica per il trattamento delle fratture vertebrali dolorose.
Si tratta di una procedura mini invasiva, che non richiede l’utilizzo del classico bisturi, né tagli, né punti di sutura e che consente un immediato recupero funzionale del paziente.

Indicazioni:

  • frattura vertebrale dolorosa da osteoporosi refrattaria alla terapia medica
  • frattura vertebrale dolorosa o osteolisi a rischio di frattura dovuta a tumori benigni o maligni (angioma, metastasi, mieloma, linfoma)
  • frattura vertebrale dolorosa con osteonecrosi associata (Kummell’s disease)
  • pazienti con cedimenti multipli per i quali ulteriori cedimenti rappresenterebbero una compromissione respiratoria
  • frattura traumatica cronica in osso sano con mancato consolidamento dei frammenti o degenerazione cistica.
Medicina Rigenerativa

La medicina rigenerativa utilizza cellule mesenchimali prelevate dalla epifisi prossimale della tibia, centrifugate e iniettate nelle articolazioni danneggiate dai processi artrosici.

Tramite questa tecnica è possibile eseguire infiltrazioni con grasso autologo, prelevato dall’addome, centrifugato e infiltrato nelle articolazioni, utilizzando un sistema innovativo.

Vengono, inoltre, trattate le patologie discali della colonna lombare con infiltrazioni intra-discali di ozono sotto TAC guidata, fornendo soluzioni all’avanguardia per la rigenerazione e il sollievo dal dolore.

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APPROFONDIMENTI


Intervista Dott.ssa Laura Melis – Direzione Gruppo Villa Claudia

Argomento: Intervento di protesi d’anca con accesso anteriore tecnica bikini

Domande:
1. Di cosa si tratta?
2. Quali vantaggi?
3. Tutti possono sottoporsi a tale tipo di intervento?

Intervista Dott. Lorenzo Marcellini chirurgo ortopedico del piede e della caviglia del Gruppo Villa Claudia

Argomento: Alluce Valgo

Domande:
1. Che cos’è l’alluce valgo?
2. Perché causa dolore?
3. Quale è il metodo più innovativo per curare questa patologia?